Oggi parleremo di idrokinesiterapia in seguito a ricostruzione di legamento crociato anteriore (LCA), in particolare prendiamo in esame il caso di un atleta professionista, un pallavolista di serie A, M.D. che si è infortunato durante un’azione in partita, e sta effettuando riabilitazione presso il nostro centro.

In pazienti sportivi è molto frequente osservare questo tipo di infortunio.

La riabilitazione post-chirurgica viene suddivisa in varie fasi in base alle indicazioni fornite dal chirurgo ortopedico e all’interessamento o meno di altre strutture capsulo-legamentose del ginocchio; tutto ciò determina la variabilità dei tempi di recupero.

Durante la prima fase, inizialmente quando ancora l’articolarità non è completa, è in atto il processo infiammatorio post-chirurgico e non potendo appoggiare completamente la gamba a terra, è decisamente importante la riabilitazione in acqua.

L’idrokinesiterapia è fondamentale in prima istanza, perché concede al paziente di lavorare in un ambiente protetto, con carico corporeo notevolmente ridotto, concedendo di praticare movimenti precocemente in totale sicurezza.

La terapia in acqua, in senso lato ha i seguenti benefici:

  • se svolta in acqua calda, come nel caso della nostra piscina a 34°, favorisce il miorilassamento
  • dona sollievo dal dolore
  • porta al mantenimento o miglioramento della mobilità articolare
  • è utile nel recupero della deambulazione
  • migliora la circolazione arteriosa e linfatica
  • è utile nel recupero della forza e dell’equilibrio
  • favorisce la riduzione di contratture o stati di tensione muscolare

Il paziente verrà inserito in acqua soltanto nel momento in cui i punti di sutura e la cicatrice lo consentiranno, generalmente dalla seconda o terza settimana post-intervento. Così è stato anche pe M.D. che in terza settimana post-operazione ha iniziato idrokinesiterapia.

In acqua il paziente è chiamato ad eseguire esercizi in prima istanza per il recupero del movimento con mobilizzazioni passive e attive assistite dal fisioterapista e automobilizzazioni eseguite in autonomia sotto supervisione, lavorerà inoltre sul recupero del corretto ciclo del passo con appoggio parziale (dato dalla spinta di galleggiamento dell’acqua), a seguire rinforzo muscolare e propriocettiva, infine se si parla di un paziente che pratica attività sportiva amatoriale o come nel caso del nostro atleta, a livelli professionistici, si lavorerà sul recupero graduale del gesto atletico in ambiente controllato quale l’acqua, quindi con carichi ridotti e minor rischio di traumatismo per l’articolazione.

Una seduta generalmente consiste in una parte iniziale di riscaldamento attivo e mobilizzazione eseguita dal fisioterapista, quest’ultima con il susseguirsi delle sedute, in base alla necessità del paziente, tenderà poi a diminuire di frequenza portando il soggetto ad essere più attivo, una parte centrale che consiste nella riattivazione muscolare e propriocettiva, infine un’ultima parte dedicata allo stretching.

L’acqua, come abbiamo visto, è quindi molto utile nel post-chirurgico, ma non solo! Oltre a questo, viene applicata anche in fase acuta in seguito a traumi delle strutture miotendinee e osteoarticolari, inoltre trova un ottimo riscontro anche nelle problematiche croniche e/o artrosiche.