Intervista al Dottor Gianluca Belletti, esperto di cardiologia riabilitativa a Ravenna 33, che spiega come restare in salute dopo uno scompenso cardiaco, un infarto o un’operazione al cuore.
La cardiologia riabilitativa riveste oggi un ruolo fondamentale nella rieducazione e prevenzione delle malattie cardiovascolari. Tuttavia, nonostante la sua efficacia, l’approccio riabilitativo è ancora sottoutilizzato. Ne parliamo con il Dottor Gianluca Belletti, responsabile del programma di cardiologia riabilitativa presso l’Unità Operativa di Cardiologia di Ravenna 33, coordinata dal Professor Donato Mele, a Ravenna.
Dottor Belletti, cominciamo dalle basi: può spiegare cos’è la riabilitazione cardiaca?
«È un insieme di interventi medici, fisici e psicologici rivolti a pazienti che hanno subito un evento cardiovascolare stressante, come un infarto o un’operazione al cuore. L’obiettivo è aiutare il paziente a recuperare le normali attività quotidiane, migliorare la qualità della vita e ridurre il rischio di ulteriori eventi.»
Quindi non è solo un programma di allenamento fisico?
«Esatto. Molti pensano che la riabilitazione cardiaca sia semplicemente un percorso di esercizio fisico, ma in realtà essa comprende molte altre componenti. Tra queste, vi sono anche l’ottimizzazione della terapia, il supporto per favorire l’adesione alle cure, l’educazione a una dieta appropriata, il supporto psicologico e altro ancora.»
Perché la riabilitazione cardiaca è ancora poco utilizzata?
«Le motivazioni sono diverse. Una delle principali è la scarsa prescrizione da parte dei cardiologi: infatti, solo circa un terzo dei pazienti accede a un percorso di riabilitazione dopo un infarto o un intervento cardiochirurgico. È un vero peccato, perché ormai è dimostrato che si tratta di un intervento salvavita, capace di ridurre del 30% il rischio di mortalità e di riospedalizzazione.»
Le strutture riabilitative sono sufficienti?
«Purtroppo no. Le strutture dedicate sono ancora poche. Noi siamo tra le poche realtà in Romagna che effettuano riabilitazione cardiologica e abbiamo deciso di investire ulteriormente in questo ambito, ampliando la nostra offerta per rispondere al meglio alle esigenze dei pazienti, anche di quelli più complessi.»
A chi è rivolta la riabilitazione cardiaca?
«La popolazione che può trarne benefico è vasta. Principalmente, la riabilitazione cardiaca si rivolge a pazienti sottoposti a interventi cardiochirurgici, come bypass coronarici o sostituzioni valvolari. Poi ci sono i pazienti che hanno avuto un infarto, soprattutto quelli che hanno avuto complicanze o ricoveri prolungati. Un altro gruppo importante è costituito dai pazienti con scompenso cardiaco, per i quali l’esercizio fisico rappresenta una vera e propria terapia.»
Quali sono i principali benefici di un programma di riabilitazione cardiaca?
«I vantaggi sono molteplici: oltre a diminuire il rischio di recidive e di nuovi attacchi cardiaci, si ottengono un potenziamento della capacità e della resistenza fisica, la regolazione della pressione arteriosa e dei livelli di colesterolo, un incremento del senso di sicurezza e benessere psicologico.»
È necessario che il cardiologo sia esperto in questo ambito?
«La cardiologia riabilitativa è una specializzazione della Cardiologia, e pertanto dovrebbe essere condotta sotto la guida di cardiologi con competenza in questo settore. Professionisti esperti possono garantire obiettivi terapeutici specifici per ogni singolo caso.»
Quanto è importante disporre di un team multidisciplinare?
«È fondamentale. La riabilitazione cardiaca coinvolge non solo il cardiologo, ma anche fisioterapisti, dietisti, psicologi e infermieri. Questa équipe garantisce un percorso completo e personalizzato, affrontando non solo gli aspetti fisici, ma anche quelli emotivi e comportamentali del paziente.»
Quali sono le fasi principali di un programma di riabilitazione cardiaca?
«La riabilitazione dovrebbe cominciare già in fase precoce, durante il ricovero in ospedale, ma purtroppo questo non sempre viene fatto. Poi c’è la riabilitazione ambulatoriale, durante la quale si svolge un’attività fisica controllata e si approfondiscono aspetti come la prevenzione secondaria, la terapia farmacologica, la dieta e il supporto psicologico. Infine, c’è la fase di mantenimento, che promuove la continuità delle abitudini salutari nel tempo. Noi, presso Ravenna 33, ci occupiamo della seconda e della terza fase.»
È necessaria una struttura dedicata per la riabilitazione cardiaca?
«Sì, certamente. Noi siamo molto orgogliosi del nostro servizio di riabilitazione, che dispone di spazi dedicati, attrezzature all’avanguardia e personale qualificato con anni di esperienza in ambito riabilitativo cardiologico.»
Dott. Belletti, come si accede a questo servizio?
«In genere, al termine del ricovero, i pazienti ci vengono indirizzati dai reparti di degenza cardiologica o cardiochirurgica, attraverso un contatto fra i medici che hanno seguito il paziente in ospedale e i nostri cardiologi. Tuttavia, il paziente può anche rivolgersi direttamente a noi.»
Ci sono rischi associati alla riabilitazione cardiaca?
«I programmi di riabilitazione cardiaca sono generalmente sicuri, ma è importante che siano svolti sotto una stretta supervisione cardiologica. Rischi più elevati si riscontrano se il paziente presenta condizioni cliniche instabili o non controllate. Per questo motivo, ogni paziente è attentamente valutato dal cardiologo prima di essere immesso nel programma di riabilitazione. Inoltre, ogni percorso, come ho detto, è personalizzato e prevede controlli periodici.»
Qual è il messaggio finale che vorrebbe trasmettere?
«Come la prevenzione primaria è fondamentale per non avere eventi cardiovascolari, così dopo un evento cardiaco la riabilitazione è essenziale per non avere un secondo evento o un terzo. Non bisogna lasciarsi scoraggiare se si è avuto un infarto o un intervento al cuore ma sfruttare le possibilità che oggi la cardiologia riabilitativa offre per recuperare e mantenere una buona qualità di vita e prolungare la sopravvivenza. Riabilitare per restare in salute è lo slogan che noi proponiamo.»